Il digitale terrestre rappresenta per noi italiani un vero e proprio balzo in avanti verso l’avanguardia, che guarda al futuro della televisione anche in Italia sotto una prospettiva decisamente in positivo. Quello che è decisamente interessante al riguardo è il forte interesse di quanti si stanno piano piano adattando a questi cambiamenti, mostrando la voglia di sperimentare una tv nuova e sicuramente più innovativa.
Con questi nuovi programmi messi in atto dal passaggio dal sistema analogico chiamato DVB-T1 al nuovo sistema, sicuramente più tecnologico e futuristico, chiamato invece DVB-T2, si è cominciato a notare quanto sia davvero interessante il fatto che tutte le aziende televisive italiane, sia pubbliche che private, abbiano sposato con grande partecipazione questo spostamento in positivo.
Il digitale terrestre: perché è così importante?
Questo passaggio può essere inteso come fondamentale per la televisione digitale terrestre, perché si punta a una maggiore efficienza tecnologica che va a rendere più chiaro il video e più scandito e riconoscibile l’audio. Inoltre, vengono offerti nuovi servizi interattivi, come il teletexto avanzato, i servizi video on demand e le applicazioni interattive, potendo disporre anche di una migliore copertura, anche in quelle zone che prima risultavano più difficile da raggiungere. In questo modo, con il DVB-T2 è più facile prepararsi al raggiungimento di uno standard moderno e flessibile, in linea con le misure che si stanno adottando in Europa.
L’UE infatti ha stabilito una guida con le linee generali, come la liberazione della banda 700 MHz per comunicazioni mobili 5G, richiedendo tuttavia un aggiornamento delle tecnologie di trasmissione televisiva in molti Paesi europei, compresa l’Italia, dove però è stato pensato tutto favorendo l’adattamento a questa nuova modalità in base alla flessibilità e i tempi che sono stati stabiliti autonomamente dal Paese di riferimento. Il motivo di questa libertà è dovuta alle caratteristiche del territorio, parliamo proprio della conformazione fisica dell’Italia, che è tendenzialmente montuosa e vasta, e in alcune aree la copertura del segnale non è mai stata garantita. Quindi è stato necessario prima provvedere a questo ampliamento con la nascita di nuove infrastrutture che hanno delineato l’ammodernamento delle reti di trasmissione già esistenti, per accelerare i tempi.
Cosa succederà adesso?
Il processo di passaggio da uno standard all’altro è ormai in atto dal 2002, e si tratta ormai di definire le ultime cose prima che il passaggio diventi definitivo e il sistema DVB–T1 si trasformi in obsoleto. Quello che però preme che si realizzi nel più breve tempo possibile è che non ci siano assolutamente difficoltà da parte di nessun utente, nemmeno da parte di quelli più restii e che con maggiori difficoltà si stanno adattando al cambiamento in atto. Ma volenti o nolenti, molti canali in breve tempo non sarà possibile più vederli; ecco quali sono:
- Tutti quei canali che hanno effettuato ancora la transizione (come Rai Storia e Rai Scuola, i primi ad essere passati come primo tentativi
- Tutti quelli che passeranno già agli inizi del 2025
Se continui quindi a disporre di un dispositivo ormai vecchio e che non è all’avanguardia per poter trasformare il vecchio sistema standard nel DVB-T2, allora due sono le cose che devi fare: se la tua televisione è degli anni Duemila, puoi acquistare semplicemente un decoder e tramite quello collegarti alla tv; altrimenti, dovrai optare per cambiare del tutto la tv e avere ogni cosa che ti serve proprio al suo interno.
Il passaggio al nuovo sistema è sicuramente quello che possaimo definire la corretta evoluzione dei tempi, e questo significa che le aziende televisive stanno cercando di andare incontro a tutte le esigenze che ormai sono sotto gli occhi di tutti, e devono investire, nolenti o volenti, anche le nostre televisioni.