Come cucinare il cavolfiore per ridurre il colesterolo

Il Cavolfiore è una delle “versioni” della famiglia dei cavoli, ossia una cultivar, e può essere una vera e propria fonte di elementi utili per il nostro organismo, non sempre però risulta essere facile includerlo in ricette o diete specifiche, anche perchè viene considerato a tratti difficile da far risaltare i propri sapori. Però può essere un utile alleato contro il colesterolo cattivo.

Proprio per ridurre questo valore, sempre molto presente anche incondizionatamente nei sistemi sanguigni di milioni di persone, il cavolfiore è composto prevalentemente da elementi semplici dove spicca ovviamente l’acqua, le fibre, oltre ad un ottimo insieme di sali minerali. Il cavolfiore però va anche cucinato nel modo giusto così da non far “disperdere” le sue proprietà.

Come cucinarlo

Bollito viene considerato un contorno ideale per molte diete perchè si configura come elemento in grado di legarsi facilmente a tanti altri tipi di pietanze e sapore, anzi riesce ad essere ancora più interessante al palato. La caratteristica del cavolfiore è anche quella di mantenersi ancora più digeribile se non perde la propria consistenza (ossia se non si “ammolla”).

Indipendentemente dalla nostra metodologia di cottura, il cavolfiore va scelto con attenzione: deve presentare una forma abbastanza regolare, apparire ed essere effettivamente sodo al tatto ma anche in grado di restituire un aspetto omogeneo, senza macchie o “botte” evidenti, così come le foglie esterne che non devono essere troppo “molli”.

Preparazione

Oltre al caratteristico cavolfiore bollito, che può essere così cucinato sia intero, sia tagliato a pezzi, possiamo scegliere di cuocerlo al forno in due metodi tendenzialmente diversi ma dalla semplicità in qualche modo parallela: infatti dopo averlo lavato con abbondante acqua corrente, dobbiamo semplicemente posizionarlo, intero o precedentemente tagliato sulla teglia.

  • Cosparso di olio, dovrà essere lasciato in forno alla temperatura di 220 gradi per 45 minuti, unito anche a spezie a nostra scelta
  • Alternativamente possiamo gratinarlo, facendolo sbollentare per un quarto d’ora

In questo secondo metodo possiamo condirlo anche con del formaggio o simili, diminuendo il tempo di cottura (bastano 15 minuti in forno a poco più di 200 gradi, il cavolfiore sarà pronto quando la superficie esterna apparirà effettivamente gratinata e gradevole all’occhio. E’ importante non esagerare con i tempi altrimenti le proprietà potrebbero dispedersi.

In particolare l’alta digeribilità del cavolfiore, che è per buona parte resa tale dal contenuto di fibre, non “venga meno” con la cottura. Per questo anche se abbiamo problemi di digestione, la metodologia più apparentemente adatta è quella legata alla bollitura, anche se come accennato, un cavolfiore che viene cotto alla perfezione resta sodo ma al tempo stesso digeribile.

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