Si sa, il cibo fritto ha quel nonsoché di appetitoso in grado di stimolare il gusto di quanti amano gustare leccornie piuttosto ricche di sapore, noncuranti di tutti i danni che questa modalità di cottura può determinare a lungo andare all’organismo umano. Quello che si intende rimarcare non è che faccia male a prescindere, ma che possa diventare un vero e proprio boomerang a nostro svantaggio.
Ecco perché oggi cercheremo di comprendere meglio come gestire la frittura, quante volte sarebbe opportuno mangiarla durante il corso della settimana e quello che si deve evitare di fare se proprio non si può fare a meno della frittura. Di seguito troverete tutti i consigli per eseguire la frittura in modo sicuro e sano, e scacciando tutti i possibili problemi.
La frittura, il vizio che più ci piace
E’ inutile dirlo: la frittura piace davvero tanto. E piace perché arricchisce i nostri cibi di gusto e di sapori che spesso sono considerati non sani e, si sa, quello che è vietato fa ancora più gola, soprattutto quando si tratta di cibi. Un obiettivo verso cui dovremmo concentrarci però è quello legato a un consumo moderato della frittura, che comunque non fa sempre bene.
I cibi fritti sono irresistibili, una tentazione a cui è difficile dire di no, ma l’abuso può nuocere sulla salute, a maggior ragione se non viene bilanciato con una dieta equilibrata, andando a compromettere non solo linea, ma anche il netto funzionamento di organi vitali come cuore, fegato e reni. Quindi, sarebbe bene cominciare a ravvedersi sulle quantità.
Ecco i principali problemi legati al cibo fritto
Sappiamo oggi che mangiare troppa frittura ha dei risvolti negativi, portando a una serie di gravi conseguenze per il nostro corpo, molte delle quali non vengono immediatamente individuate, ma si accumulano nel tempo, andando ad aumentare i rischi per la salute e per la stabilità del nostro organismo. Sicuramente un problema diventa per chi soffre di:
- colesterolo: specie se i nostri cibi vengono fritti con olio di scarsa qualità, perché ricchi di grassi trans e saturi
- obesità: perché i cibi fritti, a prescindere, sono estremamente calorici, andando ad assorbire una grande quantità di olio durante la cottura.
- digestione: sono notoriamente difficili da digerire, per via della presenza molto elevate di grassi che rallenta per ovvie ragioni il processo digestivo, causando pesantezza, acidità di stomaco e reflusso gastroesofageo.
- diabete: a causa dell’impatto negativo dei grassi trans sulla sensibilità all’insulina.
- pelle: compaiono infatti acne, punti neri e finisce per dare un aspetto spento, generando alterazioni importanti dal punto di vista ormonale.
Mentre siamo abituati perché li conosciamo direttamente i contesti che portano a effetti negativi a breve termine dopo avere abusato di cibi fritti, quelli a lungo termine possono davvero essere irrimediabili. Basti pensare alla presenza delle malattie cardio-vascolari, ai danni al fegato e alle infiammazioni croniche, tutte reazioni che ovviamente non dipendono solo ed esclusivamente dal consumo di cibi fritti, ma dai quali si presenza buona parte dell’effetto negativo e della velocità con cui possono manifestarsi.
Sicuramente, ancora prima che qualcosa di brutto si palesi, è perché si ignorano alcuni segnali d’allarme, che non dovrebbero essere ignorai, in realtà. La stanchezza costante è un elemento cardine, perché significa che il nostro metabolismo è lento a digerire i grassi e si rimane pertanto senza energia. La pelle dà altri segnali importanti perché c’è un eccesso di tossine che vuol dire che si è infiammata e per questo è spenta. Insomma, optare per altri tipi di cottura dei cibi, arricchendoli, perché no, con sapori sani e naturali potrebbe essere la soluzione per iniziare a disintossicarsi e per inserire la frittura, da eseguire con olio di alta qualità e poche alla settimana, all’interno della nostra dieta ma in modo bilanciato e sano.